lunedì 27 settembre 2010

IL DIO MODERNO

“Divinità invisibile” e “meritrice universale”, così definiva il denaro W. Shakespeare in una sua opera, denominazioni riprese poi nei Manoscritti del 1844 da Marx. Lontano dal condividere l’alternativa comunista, inadeguata e ricca di antinomie, è tuttavia da accettare la definizione del denaro come di un efficace equivalente universale, accumulabile; un oggetto privo di limitazioni spazio-temporali e qualitative, in grado di sconvolgere e confondere ogni rapporto, capace di comprare e vendere tutto e tutti. Un vero genio della lampada, che permette di realizzare ogni desiderio in realtà, trasformando nel contempo i tuoi desideri stessi in qualcosa di puramente materiale e concreto. È questo l’ effettivo Creatore, il Signore del mondo che con la sua potenza sovversiva muta il bello in brutto, la fedeltà in infedeltà, l’onore in disonore, la lealtà in slealtà, l’amore in odio, ma anche il vile in onorevole, il turpe in pregio, l’avidità e l’ambizione monetaria in virtù . Trasforma la visione generale della natura e della vita stessa, oggettivando un gesto, una parola, un emozione; privilegiando la praticità rispetto al teoretico; l’empirico all’ideale; l’utile alla conoscenza… Questa ricchezza materiale, divenuta simbolo e feticcio della società capitalista, adorato e ricercato direttamente o indirettamente, non a caso viene etichettata come fonte di alienazione dell’uomo, distruttrice dell’ essenza stessa della sua natura. Riduce l’individuo a un semplice mezzo, un puro strumento, che si può, anzi si deve, sfruttare fino all’ultimo per trarne vantaggi personali, per assicurare a se stessi benessere e ricchezza senza curarsi minimamente dell’Altro e del suo Essere. In questa mentalità inaridita dal guadagno tutto è ridotto al possesso e all’egocentrismo, si è pronti a sacrificare relazioni, meraviglie naturali, risorse umane, come se il fine giustificasse sempre i mezzi ed effimeri beni valessero di più di un sentimento, di una amicizia leale, di un’emozione sincera. Oggi si vive nell’era dove il centro del nostro universo è l’economia. Tutto ruota attorno ad essa, le leggi economiche hanno soppiantato quelle naturali. L’Ordine Naturale è stato sostituito da quello economico, poiché prima ci deve essere guadagno, crescita economica, rialzo di transazione poi vengono posti di lavoro, foreste incontaminate, salute pubblica. La nostra stessa vita è spesa nell’affannosa ricerca di denaro, cercando di cumulare quanti più beni materiali possibili, poco importa se essi siano totalmente inutili per la nostra sopravvivenza. Tutti hanno un prezzo, tutto può essere comprato si dice, perfino la nostra dignità, la nostra coscienza, i nostri ideali, la nostra vita …come un allettante Faust rivisitato, pian piano ogni uomo cade preda del dolce fascino del male monetario, arrivando a vendere la propria anima per puro egoismo. Almeno però nell’opera del Marlow infine il “dottor” si pente del suo peccato, cosa che purtroppo non avviene spesso nell’elitario e sterile mondo del business.

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