mercoledì 19 ottobre 2011

RIVOLUZIONE DI VITA

Ci sono diversi modi per fare Rivoluzione… Per lungo tempo, fino ai nostri giorni, ci si è serviti di violenza, scontri, guerriglie, terrorismo, come mezzi e forme principali, più veloci ed efficaci.
Sotto quest’ottica una rivoluzione interna alla rivoluzione stessa si può ritrovare ad esempio nella resistenza passiva del popolo indiano sotto la saggia figura di Gandhi. Questo tipo di strategia trovò particolare appoggio nel tempo e nel luogo preso in considerazione, in coerenza anche con la cultura indiana e con il riconoscimento della propria inferiorità militare. L’assoluta inattività, questa resistenza passiva, portò all’umanizzazione del nemico, spogliato della sua carica offensiva provocando forti emozioni e un senso insostenibile di colpevolezza ai soldati inglesi posti davanti a Uomini e non feroci aggressori. Oggi dì un simil fare sarebbe impossibile, visto l’impersonalità delle guerre attuali, in cui non c’è la diretta coscienza e responsabilità del soldato di fronte le vittime. Necessita dunque trovare un altro modo per portare a un cambiamento repentino. Prima di tutto bisogna cogliere la Rivoluzione come Rigenerazione (del corpo, dello spirito, delle idee e dell’essere) e Nuova Generazione: un “genera - azione” interiore, intima ma anche esteriore, materiale, intesa come pro-creazione. Alla luce della mentalità e delle istituzioni odierne, in cui un atto rivoluzionario cade spesso sotto la dicitura di terrorismo, attentato, guerra (alla giustizia, alla libertà, alla sicurezza…) anche senza azioni prettamente violente negli eventi, è l’unica soluzione attuabile che si ha a disposizione per modificare “pacificamente” e naturalmente la tragica situazione quotidiana: crisi economiche, politiche schiacciate dalle banche, soluzioni insoddisfacenti, espatri in Svizzera dei piccoli impresari italiani fedeli alla qualità piuttosto che alla quantità, invasioni dei popoli poveri, tagli all’istruzione e alla cultura…tutto però sommerso dalle banalità quotidiane e dal gossip parlamentare. Tutti sentono la crisi, economica ed esistenziale, ma non si muove nulla. Con un ritorno alla generazione, alla vita che porta con sé una nuova ondata di menti e cuori, la situazione cambierebbe. Si metterebbe con le spalle al muro una politica fallimentare, che non può risolvere la sua incompetenza con privatizzazioni e degrado. Si arriverebbe forse a un’auto collasso del sistema, passaggio obbligato per un Rinnovo Totale.
La Rivoluzione del terzo millennio passa dunque per una Rigenerazione: non essere più un popolo in estinzione, abortivo, suicida, depresso e autodistruttivo (simboli di una società in decadimento), che vive passivamente, ma divenire attivo e partecipe, sovversivo, riaffermando la Vita e il Vivere nel senso più totale e completo. Allontaniamoci da questa Realtà Mortifera e Mistificatrice, inautentica, che si nutre di mero lavoro; che genera forme di alienazione collettive dal carico quotidiano (droghe, sesso, tv spazzatura…) e che, nello stesso tempo, allontana la fine, l’invecchiamento, il capolinea (con lifting, creme anti-età, tiraggi, prodotti a lunghissima conservazione…) per non farci rendere conto di aver buttato la nostra esistenza dietro l’effimero, scagliandoci con crudele violenza in questo inferno quando ormai è già tutto perduto.