venerdì 20 agosto 2010

RAZZISMO D'INFORMAZIONE

Gli stati che oggigiorno vengono ritenuti democratici, sono sostanzialmente quegli stati che separano i tre poteri principali: Potere Legislativo, Potere Esecutivo e Potere Giudiziario. Attingendo ancora una volta a piene mani dall’opera di Rutilio Sermonti “Stato Organico”, identifichiamo un altro potere che non è menzionato tra quelli sopra esposti, ma che risulta però essere strategico e di vitale importanza per gli attuali sistemi democratici: il Potere Mediatico. Tuttavia quest’ultimo potere è difficilmente visibile agli occhi della maggior parte delle persone, soprattutto perché non è regolamentato e viene usato nell’ombra dalle oligarchie regnanti del nostro paese, ed internazionali se vogliamo, antipopolari e capitalistiche. I mezzi del quale si avvale il Potere Mediatico sono principalmente le TV, i mass media in generale, i giornali, gli intellettuali asserviti al Sistema e marginalmente anche gli ambienti scolastici ed educativi della nazione. Ogni giorno, 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, vengono proposti alla popolazione modelli comportamentali, icone femminili e maschili, ragionamenti e pensieri, legati principalmente ad una lettura in chiave consumistica e materiale. Qualsiasi altra forma di reale alternativa a questo Sistema viene bandita, prima che nei tribunali giudiziari, nella vita quotidiana grazie ad un’azione denigratoria, portata avanti con il solo scopo di mettere in cattiva luce tutti quelli che si oppongano a questo stato di cose. L’opinione pubblica è pilotata in modo che chiunque metta in discussione le fondamenta di questa società malsana nello spirito, e ben presto anche nel corpo, venga etichettato come estremista, violento, antidemocratico, razzista. Sulla testa di molti Uomini e molte Donne, realmente Liberi, è calata impietosa la scure del giornalista di turno, pagato profumatamente per puntare il dito e mettere alla pubblica gogna mediatica il malcapitato reo di essersi opposto a questa aristoteliana società. Nella Tradizione il dominio del nostro microcosmo, del nostro Io più profondo, delle nostre paure latenti e dei nostri vizi più nascosti, è il segreto della nostra rinascita. E’ per questo che quando parliamo di Rivoluzione partiamo tassativamente da un concetto spirituale, da un’Ideale Superiore, dal Sacro fine ultimo non forzatamente legato ad una contingenza religiosa. Le più grandi rivoluzioni che non hanno operato soprattutto in chiave spirituale e metafisica degli uomini, sono morte nel momento stesso della fine della loro azione sanguinaria. E così che le plutocrazie capitalistiche che oggi continuano ad imperversare sul sacro suolo Europeo, costringendo con le loro leggi economiche ed illuministiche allo sfruttamento delle popolazioni del così detto “terzo mondo”, hanno dovuto impiegare infinite e subdole risorse per abbattere un nemico che, da 60 anni a questa parte, credevano di aver debellato. E’ dunque questo il ruolo che ci spetta: quello di lanciare ancora nel vento il seme della Libertà vera, slegata da fattori economici ed individualisti, per non lasciare che il sacrificio di milioni di giovani e meno giovani combattenti Europei, sia stato vano.

lunedì 2 agosto 2010