venerdì 17 settembre 2010

“FRATELLO ANIMALE, SORELLA NATURA”

Per molti sinistroidi, filo-anarchici, paladini della libertà, difensori della natura e degli animali, intenti a combattere una lunga crociata contro carnivori ingordi, sadici vivisettori e convinti di avere il monopolio etico e sociale su alcuni temi, in quanto i soli ad occuparsene, questo articolo risulterà scomodo. Sembra forse inaccettabile (dati i miseri e numerosi tentativi di confutazione, smentiti oramai da neutrali ricercatori e storici) ma la Germania Nazionalsocialista nel 1933 promulgò le prime leggi per la protezione degli animali, contro la vivisezione, pubblicizzò un regime alimentare vegetariano, enfatizzando i benefici di una tal dieta e mosse una prima campagna contro l’inquinamento e il fumo, intuito come il maggior responsabile del cancro. Vennero attuate nei locali pubblici, uffici, ristoranti, treni, leggi anti-fumo e creati appositi ambienti separati. Convinti difensori della natura, rispettosi del suo ordine ed equilibrio, i tedeschi abolirono i cibi modificati geneticamente, proibendone la ricerca, la produzione e l’importazione; spinsero la popolazione a consumare solo alimenti naturali, semplici e genuini, e ad erigere costruzioni in armonia con l’ambiente, senza provocare sensibili danni o sconvolgimenti al terreno, foreste e correnti d’acqua. Alla luce di tutto questo, se ancora vale la definizione secondo la quale il fine dell’uomo è quello di vivere cercando di perfezionare e sviluppare anima e corpo e in definitiva la propria essenza, e ancor più quella sullo scopo di uno stato, cioè il garantire la realizzazione degli individui all’interno della comunità e del bene comune, sorgono spontanee alcune considerazioni. Facendo un veloce paragone tra la società attuale e quella di un Tempo viene da chiedersi se sia preferibile un paese in cui viene incentivata un’alimentazione naturale volta a migliorare la salute dei suoi cittadini o uno che propone continuamente cibi malsani, modificati e tossici volutamente creati per ammalare i consumatori; uno stato che s’interessa e s’impegna nella difesa della natura e degli animali, vittime innocenti dell’ingordigia umana o uno in cui si sfrutta e si svilisce ogni cosa ed essere per un maggior profitto. Meglio una società che spinga al benessere psico-fisico attraverso attività motorie, in grado di prevenire malattie, ridurre il consumo di farmaci e garantire una vivacità intellettuale o una improntata sulla comodità, l’inattività e la sedentarietà, in cui le soluzioni ai problemi sono in pillole o in sale operatorie e in cui i cittadini sono vittime di numerose speculazioni e strumentalizzazioni? Una che crea luoghi di incontro e di comunità, fondamentali per la fiducia, la cooperazione e una convivenza serena tra la propria gente o una che separa e individualizza sempre più?

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