sabato 13 marzo 2010

IL PREZZO DELLA DEMOCRAZIA

Nella società moderna il perno attorno al quale ruota la nostra vita è senza ombra di dubbio il denaro. La scuola è passata dall’essere un centro di arricchimento culturale ad un luogo ove addestrare uomini e donne al lavoro, una sorta di pre-stage lavorativo. La salute di una nazione viene misurata dal Pil, l’avanguardia di essa è legata alla sua ricchezza. I principali enti pubblici privatizzati, in mano a multinazionali che dovendo rendere conto non al Popolo bensì ai propri azionisti, ha come scopo principale solo quello di lucrare sulla salute e il bene delle persone. Ma al di la di quelle che sono considerazioni di situazioni piuttosto palesi e palpabili, è bene gettare un Fascio di luce anche su quelle circostanze meno apparenti e che ai più sfuggono. La nostra Repubblica è fondata sulla Costituzione, un pezzo di carta scritto da Antifascisti che ormai non ha più nessun valore sociale, giuridico e pratico. A parte le considerazioni che potremmo fare sulla sua utilità (a cosa serve ad uno stato Civile una “super-carta” sulla quale affiggere i “diritti inviolabili” dell’Uomo a fronte di uno stesso Sistema Legislativo ben strutturato e articolato?) vogliamo attirare l’attenzione dei lettori sul fatto che essa è quotidianamente stuprata e calpestata dai vari politicanti locali e nazionali. L’art.21 della Costituzione stabilisce che: tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. A questa affermazione andrebbe però aggiunto: pagando una tassa e con il placido benestare di tutti gli organi di controllo dello stato demo-borghese. Ebbene sì, se pensiamo ad esempio agli stadi italiani vi risulta che voi possiate “liberamente esprimere il vostro pensiero” senza il compiaciuto assenso del questurino di turno? Oppure provate semplicemente a scrivere qualcosa su un pezzo di carta e andate a distribuirlo per le vie della vostra città: arriveranno dei simpatici signori vestiti di blu che vi accuseranno di stampa e distribuzione di volantini clandestini. E se magari scoprissero che avete simpatie per gli anni che vanno dal 1922 al 1945 allora i guai potrebbero aumentare di gran lunga… Così anche voi dovrete pagare il vostro dazio, il prezzo che la democrazia chiede per quella Libertà che circa 60 anni fa vi hanno donato (in teoria), dovete registrarvi, dovete pagare allo Stato il pizzo e siete a posto! L’importante sarà essere composti, vezzeggiare i politici di turno, sorridere e compiacersi di quanto si stia bene nell’Itaglia di questi Itagliani, lamentarvi perché la benzina è salita troppo e gioire perché al gratta e vinci avete vinto 50 euro. Alle prossime elezioni votare per il personaggio che vi sta più simpatico, che al Photoshop è venuto meglio, e sapere inconsciamente che tanto non cambierà nulla. L’importante sarà non dare troppo fastidio, non dire cose scomode, non risvegliare nessuno dal torpore consumistico a cui siamo stati addormentati. Fare cioè esattamente il contrario di quello che vogliamo fare noi: serrate i ranghi, stringete le fila, e che la luce radiosa del Sole della vittoria possa splendere sui vostri visi e nei vostri cuori!

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